Motivo della visita le interessantissime compresenze storiche nel sito: un Tiglio monumentale iscritto nel Registro Nazionale dei Monumenti Naturali, un monumento commemorativo all’Ing. Felice Giordano che progettò la prima diga inaugurata nel 1866 realizzato dallo scultore Giuseppe Sartorio ed il fatto che l’Ing. Giordano fu uno dei fondatori del Club Alpino Italiano. Oltre ai rappresentanti del Gruppo Locale Dott. Alessandro Baldussi e Giorgio Argiolas e del MuA Dott. Valerio Deidda, hanno partecipato alla visita il Presidente del Comitato Scientifico del CAI Nazionale Dott. Piero Carlesi, il Presidente della Sezione CAI cagliaritana Patrizio Floris, l’Assessore alla Cultura del Comune di Sinnai Cristiano Spina, la Dott.ssa Michela Marroccu dell’Assessorato della Cultura del Comune di Cagliari ed i Dott. Mauro Fois e la Dott.ssa Alba Cuena dell’Università di Cagliari, accompagnati dall’Ing. Antonio Demontis, dirigente tecnico di Abbanoa, Ente Gestore delle dighe, che ha gentilmente e magistralmente fatto gli onori di casa ed illustrato la storia ed il funzionamento delle dighe.
Ricordiamo che Felice Giordano, ingegnere minerario in Sardegna dal 1852 con il grado di ingegnere di 2a classe (dirigeva le miniere demaniali di Monteponi e Montevecchio e aprì altre miniere secondarie come quella di Baccu Abis e Terras de Collu) fu anche un validissimo ingegnere idraulico e progettò la prima diga di Corongiu ed il relativo acquedotto inaugurato il 3 marzo 1867. Compagno di studi e grande amico di Quintino Sella fu nel 1863 fra i fondatori del Club Alpino Italiano. La prima diga di Corongiu fu il primo bacino artificiale realizzato in Italia mediante sbarramento di un corso d’acqua in valli montane per alimentare la città di Cagliari, Quartucciu, Quartu e Monserrato (oggi fornisce acqua solo a Burcei) e purtroppo demolita nel 1969. La Sezione del Club Alpino Italiano di Cagliari, attraverso l’interessamento del Gruppo Locale CAI GPS e del MuA di Sinnai, proporrà agli Enti competenti la pulizia del monumento dal fogliame, verificarne lo stato di conservazione e, attraverso il parere di esperti , proporre l’eventuale restauro riconsegnando alla comunità un monumento di grande importanza.