12-2012 Bidda Mores – P.ta Tiriaxeddu – canale Is Scillaras (Sarroch – Capoterra)

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Club Alpino Italiano – Sezione di Cagliari

Programma Annuale Escursioni 2012

 

Domenica 13 maggio 2012                             12a ESCURSIONE SOCIALE

   

Bidda Mores – Punta Tiriaxeddu – Canale Is Scillaras

 

 

Tragitto in auto proprie
Ritrovo Ore 7,45 Cagliari, Viale Bonaria parcheggio CIS
Riferimento cartografico IGMI scala 1:25000 Foglio 565 – sez. I e sez. II
Comuni interessati Sarroch e Capoterra
Lunghezza circa 13 km
Dislivelli 500 m in salita – 500 m in discesa
Tempo di percorrenza 7 ore circa; escluse soste e pranzo
Difficoltà E
Tipo di terreno greto di torrente; sentiero; sterrata; tratti esposti solo sulla salita al Tiriaxeddu
Interesse paesaggistico e naturalistico
Segnaletica assente (a parte qualche raro segnale ormai sbiadito del sentiero 251)
Attrezzatura vestiario adatto alla stagione; scarponi da trekking
Pranzo al sacco
Acqua minimo 2 litri
Rientro previsto a Cagliari ore 19,30
Quote di partecipazione 5 euro per i soci; 15 euro per i non soci
Prenotazioni da lunedì 7 maggio al 340 5848136 (CAI) dalle ore 15,00 alle ore 20,00

Le iscrizioni per i non soci si chiudono venerdì 11 maggio alle ore 12,00.

    

Sappiamo che la Sardegna è ricca di monumenti naturali particolari e bellissimi. Tra quelli che visiteremo in questa escursione, uno l’ho trovato spettacolare.   

Descrizione generale

Fra aspre montagne e stretti valloni (tipica orografia di quest’area), attraverseremo una gola grandiosa, un bosco incantato, dove vegetano imponenti lecci e ginepri pluricentenari, ultimi residui della foresta primaria che fu. Troveremo i resti di un antico villaggio di carbonai (quanta fatica e sacrifici sono stati vissuti fra quelle rovine), valicheremo archi e saliremo in cima al Tiriaxeddu dal quale potremo ammirare l’incantevole e paurosa gola de Is Cioffus con i suoi bellissimi dintorni; il dolce e insidioso canale Scillaras (nostra strada di ritorno); il golfo di Cagliari e i Sette Fratelli; la costa di Pula con la torre di Nora e le cime più alte del Sulcis da un’insolita prospettiva.

   

 

Ci troviamo all’interno della parte orientale della grande foresta del Sulcis, a soli 6 chilometri circa a ovest della raffineria Saras (che incredibile contrasto) nel comune di Sarroch e Capoterra.

Le rocce più antiche della zona risalgono al tardo paleozoico, cioè quasi 300 milioni di anni fa (tra il carbonifero e il permiano) e sono prevalenti il granito e il scisto.

Le pieghe sulla roccia che possiamo notare nella gola dimostrano l’intenso metamorfismo subito. Sono anche elevate le intrusioni di quarziti. Il nostro ex presidente Tore Dedola la denominò “La Montagna di Quarzo” (escursione da Lui guidata nel 2005).

 

La vegetazione boschiva è dominata da lecci e ginepri. Nelle aree più esposte al sole (in quota) è l’olivastro che si fa largo. Sughere, filliree, bellissimi lentischi dappertutto anche di grosse dimensioni, erica, corbezzoli, ginestre e cisto ricoprono il territorio. Sul fondo dei canali naturalmente prevale l’oleandro, ma anche il carrubo con esemplari di grosse dimensioni. 

Purtroppo l’intenso sfruttamento boschivo avvenuto nell’ottocento e parte del novecento ha fatto sparire una foresta che possiamo solo immaginare davanti agli esemplari secolari nella valle di Bidda Mores.

Il re della foresta è il cervo. Si difende bene il cinghiale e non mancano le capre arrampicatrici. Volpi, gatti selvatici e donnole sono i predatori mentre lepri e conigli selvatici sono le prede. Dal cielo si godono il panorama il corvo reale e l’aquila reale, ma ci sono anche l’astore, il biancone, il falco pellegrino, la poiana, il gheppio e lo sparviero.

   

Come si arriva

Il ritrovo è previsto per le ore 7,45 nei parcheggi CIS tra Viale Bonaria e Viale Diaz. Si parte verso Sarroch sulla S.S. 195. Superato Torre degli Ulivi dopo un chilometro si va a destra per la quattro corsie. Dopo aver percorso circa 5,5 km deviamo a destra e al successivo incrocio a sinistra seguendo l’indicazione del ristorante “Il Pescatore”. Fatti altri 2 km giriamo a destra per la costruenda diga di Monti Nieddu. Da questa deviazione la strada è sterrata. Segue il profilo delle montagne tenendosi in quota rispetto al Rio di Monti Nieddu. Impolveriamo le vetture per 9 km e parcheggiamo sullo spiazzo che troviamo all’intersezione della sterrata col Canale Is Scillaras. Ora inizia l’escursione a piedi.

 

   

Itinerario a piedi

Percorriamo la sterrata per circa 1 km. Superiamo il cuile Medau de Spagnolu (quota 144 m.) e scendiamo sul greto del canale di Villa Mores. Risaliamo il canale in leggerissima salita guadandolo diverse volte su un percorso misto tra carrareccia e fondo del canale.

Come avanziamo i tratti di carrareccia spariscono. Si ha la sensazione che ci stiamo allontanando non solo nello spazio ma anche nel tempo.

Le pareti rocciose diventano sempre più alte e la vegetazione più rigogliosa.

Sul canale notiamo che gli alberi più robusti hanno trattenuto anche a più di 2 metri di altezza i detriti trascinati dall’alluvione, presumibilmente, del 22 ottobre 2008.

A un certo punto sembra di andare incontro a una parete senza uscita. Superiamo un folto boschetto di oleandri e ci troviamo davanti a Su Strintu de Antoni Sanna (quota circa 180 metri).

Fa sempre una certa sensazione per chi l’ha già vista, ma la prima volta sbalordisce. Ci si sente piccolissimi e sembra di entrare in un altro mondo. Il silenzio lo sentiamo addosso.

La gola ha un curvone a sinistra che impedisce di vedere cosa c’è dopo.

Siamo prigionieri della gola. Le pareti si ergono verticali anche a più di 200 metri. Notiamo chiaramente sulle pareti i segni del tempo e delle forze naturali che hanno compresso e piegato la roccia.

 

Superiamo con attenzione la gola risalendo qualche macigno e arriviamo alla confluenza del Rio Is Cioffus e del canale Porteipis. Lasciamo a destra il Rio Is Cioffus (che rincontreremo più a nord) e risaliamo per brevissimo il canale Porteipis. Lasciamo anche quest’ultimo alla nostra sinistra e puntiamo a nord nella valle di Bidda Mores.

Siamo in un bosco straordinario tra lecci e ginepri plurisecolari. Lo percorriamo con ammirazione in direzione nord, su un sentiero non chiarissimo, fino a una baracca di cacciatori vicino al Rio Su Frenutrainu. Superiamo il Rio sopra un ponticello di legno all’apparenza poco robusto. Ora il sentiero è evidente; in pochi minuti arriviamo ai ruderi di un antico villaggio.

Facciamo una sosta. Osservando questi ruderi vien da pensare alla vita che conducevano gli abitanti.

 

 

 Riprendiamo il sentiero che risale con qualche tornante verso nord est fino a raggiungere s’Arcu de Su Luru (quota m. 450 circa). A tratti il bosco si apre e se c’è il sole ce ne accorgiamo in fretta. Ora si scende e davanti (ovest) possiamo notare il panorama delle bellissime rocce fra le quali la Punta Tiriaxeddu. Facciamo ancora qualche tornante, stando attenti al fondo molto sdrucciolevole. In breve raggiungiamo e guadiamo il Rio Is Cioffus a monte della gola che lui stesso ha scavato (quota mt 350 circa). Riprendiamo a salire fino a s’Arcu Cadalettu (quota m. 412). Da qui si parte per la cima del Tiriaxeddu dalla quale si ha un panorama eccezionale.

Il rientro dalla cima riporta sempre a s’Arcu Cadalettu dove faremo la sosta pranzo.

Da qui inizia il ritorno. Circa un’ora e mezzo e saremo alle macchine.

Scendiamo rapidamente verso il Canale Is Scillaras che intercettiamo a quota m. 260 circa. Ora seguiamo il serpentone Scillaras verso sud guadandolo diverse volte. A destra (ovest) ci sarà la nostra cima (da notare la salita fatta prima per arrivare in vetta) mentre a sinistra vedremo la parete rocciosa di Serra Perdosa e adiacente la Conca D’Oru, tristemente famosa per l’incidente aereo del 1978 (l’impatto è avvenuto sul versante opposto).

Vedremo delle belle cascatelle (tre salti) su un tratto roccioso del canale.

Mentre camminiamo possiamo notare le pareti ripide e boscose che salgono. Poco prima le abbiamo viste dall’alto. Tutto sembrava più ridotto.

Transitiamo vicino a un’altra baracca e subito dopo ecco le macchine.

 

 

Norme di comportamento

Ogni elemento del gruppo durante l’escursione dovrà stare sempre dietro il Direttore conduttore di Escursione e ne dovrà seguire scrupolosamente le indicazioni. Non attenersi alla regola vale come rinuncia implicita al nostro accompagnamento e all’assicurazione del CAI. Chi dovesse fermarsi per necessità fisiologiche lasci lo zaino lungo il sentiero e chi chiude la fila saprà che deve attenderlo. Non si lasciano rifiuti di alcun tipo; questi si riportano a casa.

Ogni infrazione può essere motivo per l’esclusione da successive partecipazioni.

   Dichiarazione di esonero di responsabilità

Il Club Alpino Italiano promuove la cultura della sicurezza in montagna in tutti i suoi aspetti. Pur tuttavia la frequentazione della montagna comporta comunque dei rischi ineliminabili e pertanto con la richiesta di partecipazione all’escursione il partecipante esplicitamente attesta e dichiara:

 –          di non aver alcun impedimento fisico e psichico alla pratica dell’escursionismo, di essere idoneo dal punto di vista medico e di avere una preparazione fisica adeguata alla difficoltà dell’escursione;

–          di aver preso visione e di accettare incondizionatamente il Regolamento Escursioni predisposto dal CAI Sezione di Cagliari;

–          di ben conoscere le caratteristiche e le difficoltà dell’escursione;

–          di assumersi in proprio in maniera consapevole ogni rischio conseguente o connesso alla partecipazione all’escursione e pertanto di esonerare fin da ora il CAI Sezione di Cagliari e i Direttori di Escursione da qualunque responsabilità.

     

Direttori di escursione: Cesare Serra, Giorgio Argiolas, Paolo Puligheddu.

 

Si ringrazia per la preziosa collaborazione prestata Antonio Tiddia, Giorgio Faret, e tutti quelli che hanno partecipato alle pre-escursioni.

 

 

 

 Descrizione escursione a Bidda Mores.pdf