13 Campu ?e Donnian?coro – sa Forada ?e s?Aida – gola di su Gorropu (Dorgali – Orgosolo – Urzulei)

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                                                                                                        Club Alpino Italiano – Sezione di Cagliari Programma Annuale Escursioni 2011   Sabato-Domenica 4-5 giugno                             13a ESCURSIONE SOCIALE   Da su Campu ’e Donnianìcoro a sa Forada ’e s’Aida alla gola di su Gorropu   Tragitto                                   in auto proprie Ritrovo                                    Partenza Sabato 4 giugno Parcheggio Media Word-bivio Sestu ore 8.30 Riferimento cartografico         IGMI Serie 25 scala 1:25 000 F 500 sez I – F 517 sez I e IV Comuni interessati                  Dorgali-Orgosolo-Urzulei Lunghezza                              Totale 20 km circa Dislivello in salita                   900 m circa Dislivello in discesa                900 m circa Tempo di percorrenza            Sabato 5/6 ore – Domenica 8/9 ore – Totale 13/15 ore Difficoltà                                 EE Tipo di terreno                        Sentiero, pietraia, greto con alcuni passaggi da proteggere Interesse                                 Paesaggistico Segnaletica                            Nessuna Attrezzatura                            Vestiario adeguato alla stagione, scarponi da trekking, pila frontale Pranzo                                    al sacco Acqua                                     Scorta adeguata alla stagione (almeno 5 litri) Rientro previsto a Cagliari      Domenica ore 21,00 circa Quote di partecipazione         5 euro + biglietto ingresso gola (escursione riservata ai soci) Prenotazioni                           al 338.379.78.66 a partire dal 2 maggio                               Descrizione generale   Il territorio oggetto della nostra escursione è ubicato nella Sardegna centro-orientale ed è caratterizzato dalla presenza di scisti e formazioni granitiche del ciclo ercinico sui quali poggia una copertura di calcari mesozoici attribuibili al Giurassico e al Cretaceo. Questo vasto altopiano, legato profondamente a strutture di faglia, vede nella Punta Solitta (1206 m) una delle sue principali cime. Tuttavia, risulta essere contornato da numerose vette che superano i 1.000 metri di quota. La superficie, profondamente modellata dall’incessante processo erosivo, presenta aspetti straordinari, aspri e selvaggi, con un continuo passaggio di forme tipiche del carsismo epigeo. E’ possibile, infatti, osservare valli fossili, gole e forre, campi solcati e numerosissime cavità carsiche. Frequenti sono anche gli inghiottitoi e le doline. A tal proposito non va dimenticata l’impressionante voragine di Su Suercone, una profonda dolina il cui strapiombo raggiunge i 200 m. Quest’ultima si trova ai margini di una vasta area sub-pianeggiante, su Campu ’e Donnianìcoro, un pianoro carsico di enormi proporzioni, che si trova ad una quota di circa 850 m. Sul versante orientale dell’altopiano, i calcari digradano bruscamente lungo la vallata del Rio Flumineddu dove formano una potente scarpata che decorre per una lunghezza di circa 22 km. L’incessante fenomeno erosivo ha determinato nei millenni una delle forme più appariscenti e spettacolari di questa parte del Supramonte: la gola di Gorropu, profonda incisione prodotta dal Riu Flumineddu, costituita da pareti altissime (sino a 450 metri) e da un susseguirsi di megaliti e salti che ne rendono difficoltosa la progressione. Il Riu Flumineddu nasce nei territori di Orgosolo e Urzulei. Nel suo tratto iniziale è costituito da un tranquillo torrente, percorribile senza alcune difficoltà, ma quando prende a scorrere nelle selvagge montagne calcaree del Supramonte, cambia pian piano aspetto, rendendo inaccessibile la gola. L’intero territorio è scarsamente antropizzato. Le vie di comunicazione sono poco numerose e percorribili con difficoltà. Il tutto è testimoniato dal fatto che gli unici edifici preservati nel territorio siano le antiche capanne chiamate coiles, strutture isolate fatte di pietra e legno che per secoli sono state i rifugi dei pastori e dove venivano allevati capre, pecore e maiali. E’ un ambiente estremamente selvaggio ricoperto da macchia evoluta dove le specie vegetali più comuni sono: il leccio, il tasso, il ginepro e la fillirea. Particolarmente interessanti alcuni tratti ricoperti da corbezzoli, a portamento arboreo, nel versante orientale, e nelle aree cacuminali i ginepri, che rappresentano la nota più spettacolare del paesaggio. La fauna è costituita prevalentemente da mufloni, cinghiali, volpi, aquile, poiane e varie altre specie di uccelli e mammiferi comuni nelle zone montane. Da ricordare la presenza del raro euprotto e del geotritone del Supramonte.     Come si arriva Il punto di ritrovo dei partecipanti è previsto per le ore 8.30 presso il Parcheggio Media World – bivio di Sestu. Con le proprie auto ci si dirigerà verso l’abitato di Dorgali (percorrendo la SS 131 e la 131 bis) e da quest’ultimo, attraverso una carrozzabile, danneggiata dall’alluvione verificatasi nell’ottobre scorso, dopo circa 13 km, raggiungeremo il ponte ’e s’Abba Arva, da cui inizierà il percorso a piedi.   Itinerario a piedi (sabato 4 giugno) Lasciate le auto presso il ponte (q. 190 m), ci dirigiamo in direzione N imboccando un evidente sentiero che in breve porta ad inerpicarsi sui ripidi tornanti di s’Iscala ’e Surtana e, successivamente, nella valle del Doloverre di Surtana (q. 290 m). Tale valle, caratterizzata da una fitta boscaglia, risulta essere incassata fra candide pareti calcaree, solcate da bellissimi pilastri, meta ogni anno di numerosi arrampicatori provenienti da tutta Europa. Percorsa tale valle, si arriva in circa 1h di cammino ad un trivio dal quale ci si allontana deviando in direzione S. Si procede ora lungo un vecchio sentiero dei pastori, poi utilizzato e riadeguato con imponenti opere murarie dai carbonai, che, attraverso una serie di tornanti in salita, conduce, dapprima alla deviazione per il villaggio nuragico di Tiscali e, successivamente, alla P. ta Doronè (q. 517 m), il valico da cui si iniziano a vedere nitidamente le candide pareti del Monte Corrasi. Prima di giungere al valico, si imbocca, sulla sinistra, una traccia che, procedendo in direzione Sud, dopo poche centinaia di metri, conduce ai due coiles di Su Praicarzu e, successivamente,  al coile d’Eranu. Quest’ultimo, ancora in ottime condizioni, fu costruito nella seconda metà dell’800 e veniva utilizzato dai pastori nel periodo primaverile. L’ingresso è rivolto ad Est e la quota è di 510 m slm. Visitati tali coiles, si ritorna sui propri passi e si va a riprendere il sentiero per P.ta Doronè. Superato tale valico, scendiamo lungo un sentieruolo che, serpeggiando all’interno di una fitta macchia, attraverso numerosi tornanti, ci permette di giungere nella piccola valle carsica di Badde Doronè (q. 400 m). Quest’ultima riveste una notevole importanza dal punto di vista botanico per i maestosi esemplari di ginepro (Juniperus phoenicea L) in essa custoditi. Varcata tale valle, si andrà ad intercettare un vecchio sentiero che, inerpicandosi all’interno di alcune vallecole scoscese e tormentate e attraversando fitti boschi di leccio (Quercus ilex), che talora si alternano a rocciai aspri e denudati, ci condurrà nel grande pianoro carsico di su Campu ’e Donianìcoro. Ampio circa tre km quadrati e dalla forma grossolanamente ovale, il Campu ’e Donianìcoro è un’antica valle drenante dove le acque di uno scomparso bacino idrografico si dirigevano nella valle di Lanaitho e nella gola di Gorropu, residuando sul suo fondo un’immensa coltre di detriti provenienti dai rilievi circostanti. La bianca catena calcarea de su Monte ’e Oddeu lo delimita ad est, tutto intorno, colline rocciose, di natura calcareo-magnesiaca, lo racchiudono ad anfiteatro. All’interno di tale valle, notiamo la presenza di innumerevoli piante di asfodelo (Asphodelus microcarpus Salzm.& Viv. ), indice di un terreno degradato, molto pascolato, mentre al contorno dimorano degli splendidi esemplari di ginepro oxicedro (Juniperus oxicedrus L.) e di acero trilobo (Acer monspessulanum L.). A questo punto del percorso, ci dirigiamo verso le candide bastionate calcaree de su Monte ’e Oddeu, sulle quali è possibile intravvedere il famoso coile Ziu Raffaele, anticamente chiamato coile Pedde Crua. Sarà proprio presso tale coile che predisporremo il bivacco per la notte.       Itinerario a piedi (domenica 5 giugno) Lasciato il coile Ziu Raffaele, si attraversa il bellissimo Campu ’e Donianìcoro, procedendo in direzione Nord, sino a lambire il basamento di una collina sulla sommità della quale biancheggiano i ruderi del villaggio nuragico chiamato Nuragheddu. Sulla sommità di tali ruderi si può scorgere, anche da lontano, la porta architravata. Dietro la collina, una traccia porta in meno di 500 m, verso Ovest, alla vasta e profonda dolina di Su Suercone. Noi, invece, proseguiamo sulla traccia che contorna il campu nel margine di NW, avanzando in direzione SSW, in territorio di Orgosolo, sino a raggiungere, dopo circa 2 km di marcia, il coile Janna ’e Gori (894 m slm). Tale coile è situato all’interno di una radura erbosa circondata da lecci secolari. La capanna, ancora in buone condizioni, è stata costruita utilizzando la tipica tecnica orgolese, con tronchi di leccio che sorreggono una fitta copertura di frasche. Dopo una breve visita al coile, si procede in direzione SE, all’interno di un impluvio boscoso che ben presto diventa ripido ricevendo due affluenti: il primo dalla sinistra orografica, il secondo dalla destra orografica.     Percorrendo quest’ultimo, si scenderebbe verso alcuni tributari del Rio Titione, noi, invece, procediamo nell’impluvio principale che, dopo circa 900 m dal coile, devia in direzione NE. Ora si procede parallelamente alla gola (q. 750 m circa), alla basedei candidi lisci di Costa Mammaluccas, lungo un falsopiano boscoso, che dopo circa 800 m ci porta alla sommità di un imponente e ripido canalone: Sa Forada ’e s’Aida.     Dalla destra orografica di tale canalone si ergono delle maestose e profonde creste rocciose mentre la sinistra orografica è caratterizzata dal prolungamento dei lisci di Costa Mammaluccas che si gettano a capofitto sul fondo dell’orrido. Si procede con estrema cautela, a piccoli passi, avendo cura di non far rotolare i sassi.     Dopo circa 2 h, giungeremo sul greto della gola di Gorropu (q. 400 m circa) dove si viene subito colpiti dalla maestosità e verticalità delle pareti (450 m circa) entro cui tale greto risulta essere incassato, ma anche dai numerosi megaliti di calcare liscio e candido di cui è disseminato. Qui la natura è selvaggia e spettacolare e denota l’incessante lavorio iniziato in tempi remoti. In questo luogo la progressione è difficoltosa e occorre districarsi fra i grandi massi calcarei e, in alcuni casi, utilizzando delle corde fisse predisposte nei punti topici del percorso.     Dopo circa 2/3 ore giungeremo allo sbocco della gola dove sarà possibile rinfrescarsi nelle acque delle sorgenti e fare la pausa pranzo. Il rientro avverrà procedendo attraverso un sentierino che, tra vari saliscendi e passando al fianco delle spettacolari placche del Monte Oddeu, all’interno della valle di Oddoene, ci condurrà presso il ponte ’e s’Abba Arva da cui siamo partiti.     Miti e leggende   La particolarità del luogo e le alte pareti che delimitano la gola, hanno dato vita a strane leggende. Si dice che dal punto più stretto ed oscuro della gola, dove le pareti si ergono verticali e sembra che tocchino il cielo, sia possibile vedere le stelle in pieno giorno. Un’altra dice che, nelle scoscese pareti, sboccino di notte i magici fiori della “felce maschio”. Solo ai più coraggiosi è dato coglierli, calandosi da Supramonte di Orgosolo.   Raccomandazioni Si tratta di un percorso che richiede un notevole impegno fisico e che per la sua estensione lineare ha reso necessario la suddivisione del tragitto in due giorni. Il pernottamento si effettuerà nella radura antistante il coile Ziu Raffaele, utilizzando l’attrezzatura personale (sacco a pelo e/o piccola tenda). Ai partecipanti, per poter procedere con sicurezza, è richiesta agilità, forza e resistenza, al fine di superare alcuni punti topici del percorso (corde fisse). Coloro che avessero dei dubbi nel possedere tali requisiti, per non mettere se stessi e il gruppo in difficoltà, potranno valutare di rimandare tale esperienza ad altra occasione. Per maggiori delucidazioni e per l’illustrazione del percorso, gli Accompagnatori saranno a disposizione dei soci partecipanti martedì 24 maggio, dalle 19.00 alle 20.30, in Sede.     Consigli alimentari   L’alimentazione dovrà essere adeguata alle nostre esigenze fisiche e a quelle climatiche. Eviteremo di appesantire lo stomaco assumendo dei cibi che determinerebbero una lenta digestione e ridurrebbero l’efficienza fisica. Da evitare l’assunzione di bevande alcoliche. Indispensabile una buona scorta d’acqua e/o integratori energetico-salini.     Equipaggiamento   Si consiglia l’uso del seguente equipaggiamento:   ·         Zaino 40/50 litri ·         Scarponi da trekking ·         Vestiario adeguato: a strati (leggero per il giorno, pile e giacca a vento per la notte) ·         Cambio completo da tenere in macchina per il rientro. ·         Sacco a pelo e/o piccola tenda e/o materassino ·         Lampada frontale ·         Acqua: intorno ai 5 litri (e comunque secondo le personali necessità). Sarà possibile approvvigionarsi soltanto all’uscita della gola, nella giornata di domenica. ·         Viveri (per due giorni) ·         Crema solare e costume da bagno (possibilità di fare il bagno nelle pozze d’acqua del Rio Flumineddu, al rientro)     Norme di comportamento da tenersi durante le escursioni: Ogni componente del gruppo durante l’escursione starà sempre dietro il Direttore di Escursione e ne dovrà  seguire scrupolosamente le indicazioni;     Dichiarazione di esonero di responsabilità Il Club Alpino Italiano promuove la cultura della sicurezza in montagna in tutti i suoi aspetti. Pur tuttavia la frequentazione della montagna comporta dei rischi comunque ineliminabili e pertanto con la richiesta di partecipazione all’escursione il partecipante esplicitamente attesta e dichiara: di non aver alcun impedimento fisico e psichico alla pratica dell’escursionismo, di essere idoneo dal punto di vista medico e di avere una preparazione fisica adeguata alla difficoltà dell’escursione; di aver preso visione e di accettare incondizionatamente il Regolamento Escursioni predisposto dal CAI – Sezione di Cagliari; di ben conoscere le caratteristiche e le difficoltà dell’escursione; di assumersi in proprio in maniera consapevole ogni rischio conseguente o connesso alla partecipazione all’escursione e pertanto di esonerare fin da ora il CAI Sezione di Cagliari e i Direttori di Escursione da qualunque responsabilità.       Direttori di Escursione:   Aldo Marras (AE), Silvana Usai (AE).     Versione stampabile:   file/descrizione _Donanicoro-Gorroppu 2(1).pdf